ma in fondo che ne sai, in fondo tu che ne sai potrebbe essere oggi come potrebbe non essere mai. mi continui a chiedere domandare esasperare di domande a cui non so rispondere, l'ora la sveglia la cena e tu che parli tu che urli mi sento svenire come l'ansia di un corridoio d'ospedale, come l'odore che c'è in ospedale. dimentico cose ne ricordo di inutili in unione tra me e contro di me, con le ossa rattrappite da giorni mi frani addosso e non ho il tempo di ricominciare a respirare come un'onda contro il mare come l'onda contro l'uomo. mi cerco e mi cerco di spiegare fraintendi e non capisco se volontariamente poi ridi e cristo, ridi, mentre mi giro dall'altra parte non sentendomi chiamare, capelli in disordine, vestiti sformati occhiaie grige mi chiedo perché ti chiedo come cosa, poi mi sveglio e la faccia e lo specchio scheggiato e tu ed io, ma ero già solo da ore. bicchieri scuri e macchie sul pavimento, non avrei dovuto mangiare pesante.
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adoro.
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