martedì 19 marzo 2013
il senza dio nella tempesta, ovvero perché la mano deve seguire l'occhio e non la voce
in questo mondo di cinici allo sbando mi guardo e mi ci rivedo sto spingendo anch'io verso questo tracollo che abbiamo preso e anche senza spavento. di questa nostra natura possiamo farne qualcosa qualcosa di migliore? rispondetemi signore possiamo? perché allora agiamo facciamo rubiamo da sempre d'ovunque col potere delle parole nella voce, quando la mano deve seguire l'occhio e non la voce? ci pensereste ad un mondo migliore no è la distopia utopica della supposizione! e questo animale che tu mangi fetta a fetta e guardi con gli occhi del vecchio saggio che muore, che colpa aveva di finire in mano nostra l'essere ignobile e re di tutto il pianeta? ma guardi qui signore guardi dove appiccano fuoco coi loro stendardi e guadagnano fama di stelle cadenti guardi come spengono la luce del cielo accendendone di superbe e coprendo di gran nero mare. e perché seguono solo le regole imposte da voci più grandi e imparano a mancare di voce propria, non deve il cuore fermare la mano quando colpisce sapendo che l'occhio di lacrime e sale annegherà? o forse siam sempre solo investiti d'egoismo da dizionario e non pensiamo che forse una strada ci sia? e se ci fosse perché nessuno ce l'ha mai mostrata e vaghiamo nell'ombra da sempre come nottambuli lucidi della vita vera? io non lo so signore non so più niente e perché sono qui neanche me lo sono spiegato qui c'è la faccia della felicità messa al pubblico disprezzo.
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non sbraitare: sei stato nominato sul mio blog per ritirare un premio!
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