di una fine ma non finiremo.
buttarsi a polmoni pieni
le braccia alzate,
onde
su un mare d'oceano
controcorrente.
cavi e microfoni rotti
sentiamo il sudore bruciare negli occhi
stringiamo idee da mezzo minuto
siamo la rabbia a pugni chiusi.
ammassati insieme, grida e cuori
per stanze troppo strette
e velocità velocità ancora di più
col sangue sulle ginocchia
le labbra spaccate e la
pelle strappata
siamo le schiene curve
siamo la vita che brucia.
stringendoci
pestandoci i piedi ridendo
ossa sopra ossa
rovineremo insieme su noi stessi,
voci fuori campo del blackout.
siamo questo, e
non cambieremo mai.
noi siamo la tempesta.
[dedicato a tutto ciò in cui oggi credo, per tutte le persone che hanno imparato cosa significa hardcore, sentendone addosso i lividi, per gli abbracci di amicizie nate sotto un palco, per i compagni che credono ancora nella musica come unione, mezzo, sfogo, vita]